Santoni, [s.d.]

Umberto Mastroianni
Acquarello su carta
34×26 cm
Valore 2'000 EUR
Scultura e pittura come detonatori della forma
Umberto Mastroianni (1910-1998) è stato uno dei protagonisti della scultura italiana del XX secolo, un maestro della materia in movimento, capace di imprimere alla forma una tensione interna, esplosiva e dinamica. Ma la sua ricerca non si è limitata alla tridimensionalità: la pittura, il disegno e la grafica hanno accompagnato la sua opera come un’estensione della sua ricerca spaziale, aprendo un dialogo continuo tra il segno e il volume, tra il gesto e la struttura.
Formatosi tra Roma e Torino, Mastroianni abbraccia l’astrazione come scelta radicale, contrapponendosi alla retorica figurativa della scultura monumentale tradizionale. Le sue forme plastiche, frantumate e tese, trovano un corrispettivo sulla superficie bidimensionale: nei disegni e nei dipinti emerge la stessa energia dinamica, fatta di incastri, sovrapposizioni, segni che esplodono nello spazio.
Se nella scultura il bronzo e il ferro diventano strumenti di resistenza e compressione della materia, nella pittura e nella grafica il colore si fa detonatore di forze centrifughe. Le sue opere su carta, dagli anni ’50 in poi, si muovono tra violente stratificazioni cromatiche e segni graffiati, in un dialogo serrato con le avanguardie internazionali. Non si tratta di una pittura in senso tradizionale, ma di un’estensione del pensiero plastico: un modo per rendere visibile l’invisibile, per dare corpo all’energia prima ancora che alla forma.
Nei suoi cicli pittorici, Mastroianni traduce l’impeto scultoreo in composizioni astratte che ricordano esplosioni, collisioni cosmiche, frammenti di un universo in perpetua trasformazione. Come nei suoi monumenti alla Resistenza, anche nei suoi dipinti la memoria non è fissazione, ma movimento incessante, una lotta tra il passato e il futuro che si risolve in una continua rigenerazione del segno.

Santoni, [s.d.]

Umberto Mastroianni
Acquarello su carta
34×26 cm
Valore 2'000 EUR
Scultura e pittura come detonatori della forma
Umberto Mastroianni (1910-1998) è stato uno dei protagonisti della scultura italiana del XX secolo, un maestro della materia in movimento, capace di imprimere alla forma una tensione interna, esplosiva e dinamica. Ma la sua ricerca non si è limitata alla tridimensionalità: la pittura, il disegno e la grafica hanno accompagnato la sua opera come un’estensione della sua ricerca spaziale, aprendo un dialogo continuo tra il segno e il volume, tra il gesto e la struttura.
Formatosi tra Roma e Torino, Mastroianni abbraccia l’astrazione come scelta radicale, contrapponendosi alla retorica figurativa della scultura monumentale tradizionale. Le sue forme plastiche, frantumate e tese, trovano un corrispettivo sulla superficie bidimensionale: nei disegni e nei dipinti emerge la stessa energia dinamica, fatta di incastri, sovrapposizioni, segni che esplodono nello spazio.
Se nella scultura il bronzo e il ferro diventano strumenti di resistenza e compressione della materia, nella pittura e nella grafica il colore si fa detonatore di forze centrifughe. Le sue opere su carta, dagli anni ’50 in poi, si muovono tra violente stratificazioni cromatiche e segni graffiati, in un dialogo serrato con le avanguardie internazionali. Non si tratta di una pittura in senso tradizionale, ma di un’estensione del pensiero plastico: un modo per rendere visibile l’invisibile, per dare corpo all’energia prima ancora che alla forma.
Nei suoi cicli pittorici, Mastroianni traduce l’impeto scultoreo in composizioni astratte che ricordano esplosioni, collisioni cosmiche, frammenti di un universo in perpetua trasformazione. Come nei suoi monumenti alla Resistenza, anche nei suoi dipinti la memoria non è fissazione, ma movimento incessante, una lotta tra il passato e il futuro che si risolve in una continua rigenerazione del segno.