Bipolarità stellare. Traccia, caduta, ascesa
L’opera Rossa è la stella / Nera è la stella (2003) è una scultura di forte carica simbolica e materica, che si inscrive nella lunga e coerente indagine dell’artista sui concetti di energia, trasformazione e tensione tra opposti.
Realizzata in piombo e vernici, con una doppia impronta concava che allude alle due stelle del titolo — una rossa e una nera — l’opera assume una forma meditativa e al tempo stesso dinamica. Il piombo, materiale denso, tossico, associato alla gravità e alla trasmutazione, è spesso usato da Zorio come supporto di una tensione invisibile, come fosse il punto d’impatto di forze contrapposte. Qui, la scultura si sviluppa lungo una superficie piana ma con impronte scolpite, quasi a suggerire una memoria impressa, un’eco fossile di eventi cosmici, politici o emotivi.
Le stelle, simboli centrali nella pratica di Zorio, sono al contempo strumenti di orientamento e icone ideologiche. La stella rossa e la stella nera si fronteggiano o forse si completano, in un equilibrio instabile tra luce e oscurità, rivoluzione e negazione, affermazione e sparizione. L’una è la matrice dell’altra, e viceversa.
La scelta del doppio titolo accentua la natura duale dell’opera, che può essere letta come un contrappunto tra presenza e assenza, tra simbolo e materia. Non è un dittico, ma una scultura che contiene in sé due poli di senso.
Zorio non costruisce oggetti, ma campi di energia plastica, luoghi in cui la materia è attivata da tensioni concettuali e fisiche. Rossa è la stella / Nera è la stella è una di queste “batterie”, capaci di immagazzinare e sprigionare significato, senza mai esaurirlo
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